Atopia e dintorni
Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di “atopia” sia in ambito dermatologico che per alcune problematiche respiratorie, ma non sempre è ben chiaro cosa significhi essere “atopico” e cosa comporti.
Concretamente, l’atopia è il fatto di possedere e di produrre in quantità elevate degli anticorpi specifici, chiamati immunoglobuline E (IgE: anticorpi prodotti dall’organismo per difenderlo dall’attacco di agenti patogeni potenzialmente pericolosi), che reagiscono in modo eccessivo ad alcuni allergeni presenti nell’ambiente (ad esempio polvere, piante, muffe, alcuni alimenti, ecc…) e manifestandosi con asma, eczema o rinite (il cosiddetto “raffreddore da fieno”).
Tutti entriamo a contatto con allergeni nella nostra vita quotidiana: tuttavia, per la maggior parte delle persone queste sostanze sono innocue. Per chi soffre di atopia, invece, esse scatenano una reazione immunitaria spropositata, con risposte anomale agli allergeni presenti nell’ambiente.
L’atopia rappresenta un disturbo che affligge il 20% della popolazione mondiale, con circa due milioni di bambini ed adolescenti affetti.
La causa risiede anzitutto nella predisposizione genetica (più persone con disturbi atopici nella stessa famiglia), ma all’atopia sono correlati altri fattori predisponenti, quali inquinamento ambientale (soprattutto atmosferico) o la presenza di allergeni nell’ambiente domestico/lavorativo.
Nonostante l’atopia rappresenti una malattia molto antica, è ancora oggi oggetto di studio, poiché i meccanismi che la governano sono alquanto complessi: i geni coinvolti sono molti e possono variare non solo da soggetto a soggetto (eterogeneità genetica), ma anche diversificarsi in base al gruppo etnico e all’ambiente in cui ci si trova; infatti, geni diversi possono provocare le stesse manifestazioni (espressione fenotipica) nelle varie popolazioni.
L’atopia può interessare diversi organi, quali la pelle (eczema atopico o dermatite atopica), i polmoni (asma), occhi (congiuntivite allergica) e naso (rinite allergica).
Chi soffre di uno di questi disturbi è “atopico”, ovvero una condizione permanente di iper-reattività, tuttavia non è detto che nel corso della vita si svilupperanno tutte queste manifestazioni nè che rimarranno negli anni. Quando questi disturbi insorgono uno dopo l’altro si parla di “marcia atopica” è una successione prevedibile, perché solitamente segue un ordine preciso, ovvero dermatite atopica, asma e infine rinite/congiuntivite.
L’atopia provoca reazioni immunitarie eccessive che si ripercuotono sulla struttura della pelle, che è alterata: non presenta le corrette quantità di lipidi ed è troppo secca, più “porosa” e lascia penetrare una maggiore quantità di allergeni ed irritanti, portando un’infiammazione che può dar luogo all’eczema. Una pelle atopica non è una pelle allergica; tuttavia, la pelle atopica presenta un rischio maggiore di sviluppare allergie e quindi una sensibilizzazione da contatto.
Analogamente alla pelle, anche la mucosa che riveste le vie aeree (nasali o bronchiali, a livello dei polmoni) in caso di atopia è strutturalmente alterata, risultando più permeabile ad allergeni ed irritanti e scatenando infiammazione locale con rinite e asma.
Le manifestazioni dell’atopia sono caratterizzate da periodi di riacutizzazione e di remissione, spesso con andamento stagionale, e nella maggior parte dei casi migliorano durante i primi anni di vita; tuttavia, sono possibili riaccensioni anche nell’età adulta. Non esiste una terapia definitiva e risolutiva dell’atopia, capace di eradicare completamente la patologia, ma è più corretto parlare di gestione terapeutica, che varia a seconda della severità e manifestazione clinica. L’obiettivo principale della terapia è il ripristino della funzione di barriera e la riduzione dell’infiammazione, prolungando le fasi di remissione.
L’atopia è quindi una patologia complessa, che necessita di una presa in carico e un approccio multidisciplinare: a seconda delle manifestazioni cliniche, è importante rivolgersi al Curante e allo specialista di riferimento (dermatologo, otorinolaringoiatra, pneumologo, allergologo) per impostare il prima possibile una corretta terapia personalizzata.
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