Depressione post-partum
La nascita di un bambino può scatenare un turbinio di potenti emozioni, che vanno dall’eccitazione alla paura, dalla gioia all’ansia. E non solo. La maternità infatti può anche portare a qualcosa di inaspettato: la depressione.
Sono molte le neo-mamme che, dopo il parto, sperimentano il cosiddetto “baby blues”, ovvero una condizione transitoria (in media si esaurisce entro due settimane) che solitamente si manifesta con sbalzi d’umore, pianti, ansia e difficoltà a dormire.
Questa lieve tristezza, però, non va confusa con la depressione post-partum, un disturbo più severo che può insorgere da tre mesi fino ad un anno dopo il parto.
Fortunatamente, se trattata in modo adeguato e tempestivo, la depressione post-partum può essere gestita efficacemente e consentire alla neo-mamma di godersi le gioie della maternità. Per questo è importante consultare il proprio medico non appena si riconoscono le prime manifestazioni del disturbo.
Ma quali sono i primi segnali con cui si presenta la depressione post-partum?
1. Il “baby blues” non si attenua
Durante le prime due settimane dal parto, è comune soffrire di umore basso e altalenante, una condizione che solitamente tende a risolversi da sé. Ma se la tristezza perdura e anzi si intensifica con il passare del tempo, potrebbe anche trattarsi di una forma depressiva che richiede maggiore cura e attenzione.
2. Costante tristezza e senso di colpa
Sentirsi giù di morale di tanto in tanto è normale, ma quando si comincia a piangere spesso o ci si sente infelici di essere diventata mamma, è il caso di indagare più a fondo per individuare le cause di questo malessere.
3. Perdita d’interesse per hobby e passioni
Non si ride più guardando la propria commedia romantica preferita? Essere affettuosi con il partner è un’idea che non passa nemmeno per la mente? Non si trova più piacere nemmeno a mangiare il proprio cibo prediletto? Ebbene, in questo caso sarebbe bene parlare con il proprio medico dei cambiamenti in atto.
4. Difficoltà a prendere decisioni
La stanchezza può contribuire ad annebbiare la mente e a rallentare il processo decisionale. Il discorso però si fa più serio qualora non si dovesse riuscire a decidere tra l’alzarsi o lo stare a letto, piuttosto che tra il fare la doccia e il cambiare il pannolino del bambino.
5. Disturbi del sonno
Quando si diventa mamme, le notti felici e beate, prive di ansie, preoccupazioni, pannolini e poppate, sono un ricordo lontano. Ma se non si riesce a riposare nemmeno quando il pargoletto sta dormendo, oppure al contrario si dorme in continuazione, probabilmente è qualcosa di diverso dal cambiamento delle abitudini di sonno.
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